Saturday 23 May 2015

Einstein - Why Socialism?

Interessante articolo di Albert Einstein; la parte più direttamente socialista inizia con le parole "The economic anarchy of capitalist society".

Friday 1 May 2015

Keynesiani e liberisti

È ovvio che i keynesiani trovino materiale per attaccare i liberisti e viceversa. Entrambi sono disperati tentativi teorici e pratici di limitare gli squilibri del capitalismo, che è un sistema inemendabilmente squilibrato. Le due scuole hanno torto entrambe; in certi momenti appaiono più evidenti i torti degli uni, in altri quelli degli altri.
Dato che l'era da Thatcher (iron lady R.I.P. rust in peace) e Reagan in poi è l'era della libera circolazione dei capitali e dell'attacco alla funzione economica dello stato (cfr. in Italia la separazione Tesoro Banca d'Italia) consegue che i keynesiani oggi hanno buon gioco a sbeffeggiare (le idee de)i liberisti, i quali o tacciono o dicono cazzate, mostrando di non temere il ridicolo (ad esempio indicando le idee di Lord Keynes come responsabili delle bolle causate da immissione di liquidità nel circuito finanziario). In questo momento essere keynesiani consente di mentire di meno; ecco perché essi sono molto più simpatici, a prima vista. D'altra parte pensare che lo Stato possa agire razionalmente in profondità nell'economia è un'idea assurda, figlia dell'ignoranza del materialismo storico (ignoranza già propria dell'elegante Lord). Non che i keynesiani non sappiano recitare qualche paginetta del capitolo su Marx del loro manuale liceale, ma capire la filosofia sta su un altro pianeta. Ne dovrebbero mangiare di krauti di Treviri... Poi, certo, qualcuno di loro sa anche la verità, ma essendo piuttosto evidente che oggi il marxismo politicamente non ha alcunché da offrire, il tentativo è quello di aspirare al male minore. Non è escluso, in effetti, che qualche deciso intervento dello stato potrebbe lenire la miseria di qualcuno e limitare gli squilibri più schifosi, ma fino a quando si resterà in un sistema di rapporti sociali che imbrigliano la produzione, sottomettendola alle aspettative di profitto (nel corso di una tendenza pluridecennale alla caduta del saggio di profitto), le speranze di un vero riscatto per la specie ingiustamente autoproclamatasi sapiens sono inesistenti. E poiché i rapporti di produzione non cambiano da soli, ce li terremo di sicuro per molti decenni ancora.

Tuesday 10 March 2015

A big load of horse crap

“Con l’aumentare del capitale complessivo cresce, è vero, anche la sua parte costitutiva variabile ossia la forza-lavoro incorporàtale, ma cresce in proporzione costantemente decrescente”.
                                              [Il barbuto di Treviri]

Chi parla di politica senza aver capito questo produce solo a big load of horse crap. E' l'aumento della composizione organica del capitale, infatti, che provoca la caduta del saggio di profitto, le economie di scala crescente, la globalizzazione, le sovrapproduzioni (di valori di scambio), quindi le crisi e la povertà (contestuale al progresso scientifico e tecnologico). Senza un cambiamento dei rapporti produttivi (che non vedrò mai, lo so, ma in fondo mi interessa solo capire) non ci sarà mai equilibrio, mai pace.

Wednesday 4 March 2015

Neoclassici, prima o poi spariranno

Il salario, d’altra parte, ha due aspetti, e ciò determina una contraddizione tra il livello microeconomico e il livello macroeconomico. Al singolo capitalista il salario appare come un costo di produzione, che come qualsiasi altro costo di produzione egli cercherà di minimizzare; ma per il sistema economico nel complesso i salari sono potere d’acquisto, anzi la parte più consistente del potere d’acquisto complessivo, potere d’acquisto mediante il quale le merci prodotte potranno, o non potranno, essere acquistate. Se i salari sono bassi, sarà possibile che non tutte le merci prodotte vengano vendute e vi saranno difficoltà nella realizzazione dei profitti.

Basterebbe questo bel capoverso di Giorgio Lunghini per buttare a mare tutta la produzione neoclassica.

Wednesday 21 January 2015

Stragi

La Nato, anche con i soldi delle mie tasse, ha assassinato negli ultimi 25 anni migliaia di persone (bambini compresi), durante le operazioni di occupazione dell’Asia centrale finalizzate al controllo delle fonti energetiche (presumibilmente in funzione anti-cinese). Il dato non è negato da alcuna fonte (nemmeno da quelle della Nato - cfr. ad esempio dati Isaf-Civcas e simili), però è discusso, perché si ignora se le migliaia di persone assassinate siano decine di... o centinaia di...
Ma gli omicidi di Stato sono da sempre giustificati, quando non esaltati. D'altra parte chi crede nelle ideologie “enduring freedom" style può guardare, anche cursoriamente, il sussidiario delle elementari (per capire cos’è la storia).

Wednesday 14 January 2015

Seneca contro gli omicidi di Stato

Brano durissimo contro lo Stato; il testo risulta  anacronistico nell'aggettivo "gloriosum" della prima riga; infatti oggi si danno nomi comici alle stragi, ad esempio Enduring freedom (sotto si può leggere la glossa letterale italiana)

Homicidia conpescimus et singulas caedes: quid bella et occisarum gentium gloriosum scelus? Non avaritia, non crudelitas modum novit. Et ista quamdiu furtim et a singulis fiunt minus noxia minusque monstruosa sunt: ex senatus consultis plebisque scitis saeva exercentur et publice iubentur vetita privatim. Quae clam commissa capite luerent, tum quia paludati fecere laudamus. Non pudet homines, mitissimum genus, gaudere sanguine alterno et bella gerere gerendaque liberis tradere, cum inter se etiam mutis ac feris pax sit. Adversus tam potentem explicitumque late furorem operosior philosophia facta est et tantum sibi virium sumpsit quantum iis adversus quae parabatur accesserat.


Reprimiamo gli omicidi e gli assassini singoli: e allora cosa (dire) delle guerre e del vanaglorioso crimine dello sterminio di popolazioni? L’avidità, la crudeltà non conoscono misura. E finché queste (stragi) sono compiute di nascosto e da singoli individui sono meno nocive e meno mostruose: azioni atroci vengono compiute sulla base di decreti del senato e di decisioni del popolo e si comanda in nome dello stato quello che è proibito in privato. Quei delitti che, compiuti di nascosto, verrebbero puniti con la pena di morte, noi li approviamo perché li hanno commessi (uomini) in divisa militare. Gli uomini, che pure sono una specie mitissima, non si vergognano di godere delle reciproche stragi, di condurre guerre e di tramandarle ai figli da continuare, mentre persino le bestie e le fiere mantengono la pace tra di loro (qui vuole dire che i conflitti intraspecifici tra gli animali sono molto rari – cosa in realtà non vera). Contro un furore così potente e ampiamente diffuso la filosofia è diventata più operosa e ha assunto tante forze quante avevano acquisito quei mali contro i quali si preparava (a combattere) [lett. “ha assunto tanto di forze quanto si era aggiunto a quei mali contro i quali (la filosofia) veniva preparata (a combattere)”].