Thursday 16 January 2014

Noterelle per il piccolo traduttore

Noterelle per il piccolo traduttore dal greco antico

Molti dei seguenti consigli valgono anche per tradurre dal latino

- prestate attenzione (προσέχετε τὸν νοῦν) alla lettura (sperando che l’insegnante abbia capito il testo),

- rileggete il testo da soli, anche due o tre volte, anche senza capire (il cervello ha parti che lavorano a vostra insaputa, non sto scherzando),

-siate meticolosi nell’utilizzo del vocabolario; controllate spiriti e accenti; abituatevi al controllo della tavola delle abbreviazioni del vocabolario,

- se non hanno l’articolo i nominativi e gli accusativi possono essere (e molto molto spesso sono) complementi predicativi; esistono anche i predicativi dell’oggetto indiretto (per esempio con χράομαι + due dativi: mi servo di qualcosa/ come…, ad esempio “mi servo di te come fattorino”),

- se c’è una coordinazione (per esempio con καί, οὔτε, μέν… δέ e simili) prima di avventurarvi in ipotesi sconclusionate dovete provare a duplicare predicati, soggetti e complementi nella seconda frase,

esempio dall'Apologia di Socrate (genitivo oggettivo) di Platone (genitivo soggettivo):

[18a] ... πρῶτον μὲν οὖν δίκαιός εἰμι ἀπολογήσασθαι, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, πρὸς τὰ πρῶτά μου ψευδῆ κατηγορημένα καὶ τοὺς πρώτους κατηγόρους, ἔπειτα δὲ πρὸς τὰ ὕστερον καὶ τοὺς [18b] ὑστέρους.

prima riconosco lo scheletro grazie a πρῶτον μὲν ed ἔπειτα δὲ; poi vedo che, mentre nella prima frase c'è πρὸς τὰ πρῶτά QUALCOSA, nella seconda c'è πρὸς τὰ ὕστερον NULLA. Non sarà forse il caso di sottintendere QUALCOSA anche nella seconda? Lo stesso discorso vale per τοὺς πρώτους... e τοὺς ὑστέρους... Sembra ovvio, ma non lo è, come mostrano gli errori di molti nelle verifiche scritte,

la traduzione di questo passo dell'Apologia è:

“dunque è giusto che io mi difenda, o uomini ateniesi, inizialmente (πρῶτον) dalle prime accuse false rivolte contro di me (lett. “dalle prime cose false accusate contro di me”) e dai primi accusatori, poi dalle (accuse) successive e dai [18b] successivi (accusatori)”,

- più in generale quindi prestate attenzione ai SOLITI PARALLELISMI μέν… δέ; ὢς ἐπὶ + x … ὢς ἐπὶ… + y, etc.,

- i participi a volte sono anche nomi tout court, il vocabolario aiuta,

- gli errori di morfologia verbale non li considero proprio, dovete eliminarli e basta; anche perché sul vocabolario si trovano praticamente tutte le forme (per lo meno alle prime persone),

- ripassate dunque anche le cose banali (quali ad esempio le declinazioni); ripassate i paradigmi dei verbi usuali o che presentano forme omonime (cioè omofone e omografe; vorrei dare per scontato che non confondiate le forme solo simili),

- a volte la filosofia (e gli antichi in generale) è controintuitiva; ma a certe affermazioni è difficile arrivare; se c'è qualcuno che lavora la lana e un participio di un verbo che significa “bagnare”, sarà l'operaio che bagna la lana per lavorarla NON l'operaio che si bagna prima di lavorare la lana (esempio tratto da un errore reale; a me non sarebbe mai venuta in mente una cosa del genere: non ho sufficiente fantasia),

- esistono i genitivi partitivi, utilizzabili, in greco, anche laddove in italiano sono da togliere senza esitazioni,

- anche quando siete sicuri di conoscere il significato di una parola, se siete in difficoltà, cercate quella parola sul vocabolario, anche declinata,

- molto spesso bisogna procedere così: bisogna cercare di intuire cosa può voler dire l'autore e poi si traduce; si lavora cioè tramite un’ipotesi traduttiva (operazione euristica); i testi hanno quasi sempre coerenza di contenuti,

allo stesso modo lavorano gli investigatori e gli scienziati (ecco: forse serve a qualcosa tradurre testi che qualcun altro ha già tradotto, anche molto meglio di noi): l’investigatore ricostruisce un’immaginaria scena del crimine, poi controlla che le risultanze oggettive siano compatibili con la scena; se alla fine tutte le risultanze sono compatibili SOLO con quella scena, si chiamano prove,

- nella traduzione, fuor di metafora, le prove dell’ipotesi traduttiva sono generi, numeri, casi, tempi, modi, persone, significati lessicali. Bisogna chiedersi: la mia traduzione è compatibile con la grammatica e il lessico dell’originale? A volte la risposta è no, ma l’intuizione sul significato della frase può essere a grandi linee valida; in questo caso bisogna correggere i dettagli. A volte bisogna invece buttare l’ipotesi giù dal Taigeto e sforzarsi di farne saltare fuori un’altra (che, vista la fine della prima, sarà alquanto timorosa, ma non c’è altra scelta),

- l’unica parola che potete buttare nel cesso (lo so, sono sempre così aulico...) è δή (e nemmeno sempre),

- se non c’è un buon motivo di spostare le parole, esse non vanno spostate. I soggetti si spostano spesso (l’italiano è SVO nelle frasi non marcate, senza dislocazioni, del tipo: “tua sorella l’ha vista mia madre, io ho visto tuo fratello”; nelle versioni è difficile trovare frasi del genere, al limite del substandard, per i parrucconi in particolare),

- è possibile, sopratutto in Platone, dover mettere in italiano articoli determinativi dove non ci sono in greco; ma non è frequente; soprattutto è vietato farlo quando la traduzione è palesemente migliore senza articolo determinativo.

Sunday 12 January 2014

Sovranismo ed europeismo

Il lucido punto di vista umano (di Sebastiano Isaia). Commenterei dicendo che il sovranismo di sinistra fa ridere, l'europeismo fa piangere; la miseria teorica di chi non accetta il materialismo storico e le verità palmari che abbiamo sotto gli occhi...

Friday 10 January 2014

Libero arbitrio

Interessante intervento della fisica teorica Sabine Hossenfelder. Sono contento che la burla del libero arbitrio basato sulla meccanica quantistica sia smentita da una fisica (non è l'unica, ormai da anni trovo interventi di questo tenore, ma la vulgata è dura a morire). L'articolo parte bene, poi fa confusione, comunque, proprio ignorando l'emergenza.

Monday 6 January 2014

Brancaccio

Non sono keynesiano ma è bello vedere Emiliano Brancaccio che polverizza Draghi (e quindi le "politiche" di PD, exPDL e stampa collegata). La prolusione è stata tenuta a Roma il 16 dicembre 2013, alla Camera dei Deputati, presso il Palazzo dei Gruppi.

Saturday 4 January 2014