Sunday 28 December 2014

Il latte e l'evoluzione

Mi sono imbattuto nell'argomentazione anti-vegana secondo la quale sarebbe erroneo sostenere che è innaturale e dannoso per gli umani bere il latte da adulti (e infatti gli altri mammiferi non lo fanno), perché, grazie ad alcune mutazioni, una buona parte degli umani ha sviluppato la capacità di digerire il lattosio anche da adulto (capacità che manca al 65% dell'umanità e a tutti gli altri mamimferi).
L'argomentazione, ancorché sofisticata, è fallace dal punto di vista di una interpretazione corretta dell'evouzionismo. I genetisti ci dicono che numerose popolazioni, grazie ad alcune mutazioni (diverse a seconda delle popolazioni), hanno sviluppato la capacità di digerire il lattosio anche da adulti; l'alternativa, quando queste mutazioni sono state selezionate in quanto "migliorative", sarebbe stata l'estinzione della popolazione. La natura seleziona il meno peggio, non il meglio ipotizzabile. Il meno peggio era chi riusciva a nutrirsi di latte da adulto; il meglio ipotizzabile sarebbe stato chi avesse eventualmente potuto trarre vantaggi identici o addirittura maggiori nel bere il latte piuttosto che nell'evitare di farlo (cibandosi di altro); e ciò non è affatto dimostrato. Il problema era che l'altro cibo, in certi momenti, non era a disposizione (o per lo meno non lo era altrettanto facilmente quanto lo era il latte presso popolazioni dedite alla pastorizia).
P.S.  la lotta tra le aziende lattiero casearie e gli studiosi vegani è priva di interesse per me, tanto più che amo il latte fresco intero (possibilmente non pastorizzato), la panna fresca e tutti i tipi di formaggi.

Monday 10 November 2014

Approfondimenti al Curie

Elenco dei corsi che proporrò durante la settimana degli approfondimenti del Liceo "Curie":

1) Teoria e pratica dei sistemi di scrittura.
2) Filogenesi del linguaggio umano (l’origine del linguaggio umano naturale).
3) Ontogenesi del linguaggio umano (lo sviluppo del linguaggio nel bambino).
4) La teoria della crisi in Marx.

I primi tre sono versioni abbreviate, ma non semplificate, di seminari accademici tenuti o che terrò a Cremona per l'Unipv.

Sunday 14 September 2014

Economia e strategia

C'è un livello strategico (politico internazionale e quindi anche militare) che, pur essendo in ultima analisi determinato dalla struttura economica, non è affatto direttamente causato dall'economia. Questa ovvia e banale osservazione sfugge ai "no euro", anche quelli più preparati, pur tanto bravi nello svelare le fandonie del potere (Bagnai). Quelli più o meno marxisti (MPL) comprendono questo livello; il loro errore consiste, a mio avviso, nel ritenere possibile la strumentalizzazione della questione per un fine più elevato (cioè il mutamento dei rapporti di produzione, che in effetti è l'unica soluzione per l'umanità).

Sunday 31 August 2014

Teoria del valore e crisi

Con la prova per assurdo della teoria del valore-lavoro (che peraltro non è l'unica), Marx ha volato molto alto; quelli che pensano di confutare la sua limpida e splendida logica con il volo delle galline delle loro inutilmente complicate tabelle, non hanno nemmeno capito di cosa si stia parlando. Premessa indispensabile è tenere in considerazione la differenza tra valore d’uso e valore di scambio. Seeeembra facile.

Ecco tale prova riassunta nelle parole di Ernest Mandel:

"Immaginiamo per un attimo una società in cui il lavoro umano vivente fosse completamente scomparso, cioè una società in cui tutta la produzione fosse stata automatizzata al 100%. (...) Immaginiamo questo fenomeno spinto alle sue estreme conseguenze. Il lavoro umano è totalmente eliminato da tutte le forme della produzione, da tutti i servizi. Può il valore continuare ad esistere in queste condizioni? Cosa sarebbe una società in cui nessuno avesse più redditi, ma in cui le merci continuassero ad avere valore e a essere vendute? Una tale situazione sarebbe chiaramente assurda. Si produrrebbe un'immensa quantità di prodotti la cui produzione non creerebbe alcun reddito, poiché nessun essere umano sarebbe intervenuto in questa produzione. Ma si vorrebbero "vendere" questi prodotti per i quali non vi sarebbe più alcun compratore! E' evidente che in una simile società la distribuzione dei prodotti non si effettuerebbe più sotto forma di vendita di merci, vendita resa d'altronde anche assurda a causa dell'abbondanza generata dall'automazione totale. In altri termini, la società in cui il lavoro umano è totalmente eliminato dalla produzione, nel senso più generale del termine, compresi i servizi, è una società in cui il valore di scambio è egualmente scomparso. Nel momento in cui il lavoro umano è scomparso dalla produzione assistiamo alla contemporanea scomparsa del valore: questo a riprova della giustezza della teoria del valore-lavoro".

C'è una complicazione concernente i consumi dei capitalisti, ma in ultima analisi sposta di ben poco la questione.

Ci sono inoltre i dettagli tecnici del problema della trasformazione dei valori in prezzi, falso problema risolto una volta per tutte da circa trent'anni da Guglielmo Carchedi, Alan Freeman, Andrew Kliman et alii con la TSSI (temporal single-system interpretation of Karl Marx's value theory).

La teoria del valore-lavoro è di importanza cruciale perché, a causa del progresso tecnologico e quindi dell'espulsione di forza-lavoro (unica controtendenza invocata dai borghesi: consumismo sfrenato), porta obbligatoriamente alla caduta del saggio di profitto, dato che appunto la valorizzazione del capitale viene dal lavoro vivo e non dal capitale costante (con il tentativo, che alla fine sarà vano, della globalizzazione come controtendenza), quindi alle economie di scala, alla concentrazione di capitali (ogni giorno chiudono aziendine), quindi alla sovrapproduzione di capitali e merci (Oddio: la deflazione!) e alle crisi periodiche.

Friday 8 August 2014

Libero arbitrio

Libero arbitrio?
Eppure non dovrebbe essere così difficile capire che le ipotesi filosofico-scientifiche sulla coscienza non devono avere nulla a che fare con la giurisprudenza. Credo che sul determinismo e sull'assoluta necessità di ciò che facciamo ci sia poco da dubitare; e non (solo) perché ci domina l'inconscio, bensì perché il mondo non subatomico (e i neuroni - e la pancia - vi appartengono a pieno titolo) non ha mai concesso alcun indizio di libertà. Nessuno è colpevole di alcunché, ma gli imbroglioni e gli psicopatici vanno bloccati. Cosa c'è di difficile? Boh...

Friday 6 June 2014

Crisi

Squilibri e crisi sono sistematiche: articolo del professor Luciano Vasapollo. Cfr., del medesimo autore, La crisi del capitale, Jaca Book, 2009 (nella prefazione del quale compare, a p. 34, più o meno l'articolo al precedente link).

Thursday 10 April 2014

L'accoglienza pelosa

L'ideologia che esalta la libera circolazione del capitale variabile è funzionale al capitale. Altra cosa sarà il viaggio e la migrazione quando i rapporti di produzione saranno incentrati sull'uomo e non sul profitto.

Wednesday 9 April 2014

Neutralismo de che?

Che molte mutazioni siano irrilevanti poteva stupire negli anni Sessanta e indurre a, comunque ingiustificati, pensieri anti-darwiniani. Oggi si sa che un po' di junk DNA lo è effettivamente (per esempio gli ex geni), per cui che problema c'è (le mutazioni irrilevanti grazie alla ridondanza del codice penso fossero già note)?
Di più: il neutralismo di Kimura, cioè il non selezionismo, può avere senso solo ceteris paribus. Infatti, se valesse anche ceteris non paribus, diverrebbe illogico, perché l'adattazionismo è una tautologia e, se cerco di negare una tautologia, incorro nell'illogicità.

Thursday 16 January 2014

Noterelle per il piccolo traduttore

Noterelle per il piccolo traduttore dal greco antico

Molti dei seguenti consigli valgono anche per tradurre dal latino

- prestate attenzione (προσέχετε τὸν νοῦν) alla lettura (sperando che l’insegnante abbia capito il testo),

- rileggete il testo da soli, anche due o tre volte, anche senza capire (il cervello ha parti che lavorano a vostra insaputa, non sto scherzando),

-siate meticolosi nell’utilizzo del vocabolario; controllate spiriti e accenti; abituatevi al controllo della tavola delle abbreviazioni del vocabolario,

- se non hanno l’articolo i nominativi e gli accusativi possono essere (e molto molto spesso sono) complementi predicativi; esistono anche i predicativi dell’oggetto indiretto (per esempio con χράομαι + due dativi: mi servo di qualcosa/ come…, ad esempio “mi servo di te come fattorino”),

- se c’è una coordinazione (per esempio con καί, οὔτε, μέν… δέ e simili) prima di avventurarvi in ipotesi sconclusionate dovete provare a duplicare predicati, soggetti e complementi nella seconda frase,

esempio dall'Apologia di Socrate (genitivo oggettivo) di Platone (genitivo soggettivo):

[18a] ... πρῶτον μὲν οὖν δίκαιός εἰμι ἀπολογήσασθαι, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, πρὸς τὰ πρῶτά μου ψευδῆ κατηγορημένα καὶ τοὺς πρώτους κατηγόρους, ἔπειτα δὲ πρὸς τὰ ὕστερον καὶ τοὺς [18b] ὑστέρους.

prima riconosco lo scheletro grazie a πρῶτον μὲν ed ἔπειτα δὲ; poi vedo che, mentre nella prima frase c'è πρὸς τὰ πρῶτά QUALCOSA, nella seconda c'è πρὸς τὰ ὕστερον NULLA. Non sarà forse il caso di sottintendere QUALCOSA anche nella seconda? Lo stesso discorso vale per τοὺς πρώτους... e τοὺς ὑστέρους... Sembra ovvio, ma non lo è, come mostrano gli errori di molti nelle verifiche scritte,

la traduzione di questo passo dell'Apologia è:

“dunque è giusto che io mi difenda, o uomini ateniesi, inizialmente (πρῶτον) dalle prime accuse false rivolte contro di me (lett. “dalle prime cose false accusate contro di me”) e dai primi accusatori, poi dalle (accuse) successive e dai [18b] successivi (accusatori)”,

- più in generale quindi prestate attenzione ai SOLITI PARALLELISMI μέν… δέ; ὢς ἐπὶ + x … ὢς ἐπὶ… + y, etc.,

- i participi a volte sono anche nomi tout court, il vocabolario aiuta,

- gli errori di morfologia verbale non li considero proprio, dovete eliminarli e basta; anche perché sul vocabolario si trovano praticamente tutte le forme (per lo meno alle prime persone),

- ripassate dunque anche le cose banali (quali ad esempio le declinazioni); ripassate i paradigmi dei verbi usuali o che presentano forme omonime (cioè omofone e omografe; vorrei dare per scontato che non confondiate le forme solo simili),

- a volte la filosofia (e gli antichi in generale) è controintuitiva; ma a certe affermazioni è difficile arrivare; se c'è qualcuno che lavora la lana e un participio di un verbo che significa “bagnare”, sarà l'operaio che bagna la lana per lavorarla NON l'operaio che si bagna prima di lavorare la lana (esempio tratto da un errore reale; a me non sarebbe mai venuta in mente una cosa del genere: non ho sufficiente fantasia),

- esistono i genitivi partitivi, utilizzabili, in greco, anche laddove in italiano sono da togliere senza esitazioni,

- anche quando siete sicuri di conoscere il significato di una parola, se siete in difficoltà, cercate quella parola sul vocabolario, anche declinata,

- molto spesso bisogna procedere così: bisogna cercare di intuire cosa può voler dire l'autore e poi si traduce; si lavora cioè tramite un’ipotesi traduttiva (operazione euristica); i testi hanno quasi sempre coerenza di contenuti,

allo stesso modo lavorano gli investigatori e gli scienziati (ecco: forse serve a qualcosa tradurre testi che qualcun altro ha già tradotto, anche molto meglio di noi): l’investigatore ricostruisce un’immaginaria scena del crimine, poi controlla che le risultanze oggettive siano compatibili con la scena; se alla fine tutte le risultanze sono compatibili SOLO con quella scena, si chiamano prove,

- nella traduzione, fuor di metafora, le prove dell’ipotesi traduttiva sono generi, numeri, casi, tempi, modi, persone, significati lessicali. Bisogna chiedersi: la mia traduzione è compatibile con la grammatica e il lessico dell’originale? A volte la risposta è no, ma l’intuizione sul significato della frase può essere a grandi linee valida; in questo caso bisogna correggere i dettagli. A volte bisogna invece buttare l’ipotesi giù dal Taigeto e sforzarsi di farne saltare fuori un’altra (che, vista la fine della prima, sarà alquanto timorosa, ma non c’è altra scelta),

- l’unica parola che potete buttare nel cesso (lo so, sono sempre così aulico...) è δή (e nemmeno sempre),

- se non c’è un buon motivo di spostare le parole, esse non vanno spostate. I soggetti si spostano spesso (l’italiano è SVO nelle frasi non marcate, senza dislocazioni, del tipo: “tua sorella l’ha vista mia madre, io ho visto tuo fratello”; nelle versioni è difficile trovare frasi del genere, al limite del substandard, per i parrucconi in particolare),

- è possibile, sopratutto in Platone, dover mettere in italiano articoli determinativi dove non ci sono in greco; ma non è frequente; soprattutto è vietato farlo quando la traduzione è palesemente migliore senza articolo determinativo.

Sunday 12 January 2014

Sovranismo ed europeismo

Il lucido punto di vista umano (di Sebastiano Isaia). Commenterei dicendo che il sovranismo di sinistra fa ridere, l'europeismo fa piangere; la miseria teorica di chi non accetta il materialismo storico e le verità palmari che abbiamo sotto gli occhi...

Friday 10 January 2014

Libero arbitrio

Interessante intervento della fisica teorica Sabine Hossenfelder. Sono contento che la burla del libero arbitrio basato sulla meccanica quantistica sia smentita da una fisica (non è l'unica, ormai da anni trovo interventi di questo tenore, ma la vulgata è dura a morire). L'articolo parte bene, poi fa confusione, comunque, proprio ignorando l'emergenza.

Monday 6 January 2014

Brancaccio

Non sono keynesiano ma è bello vedere Emiliano Brancaccio che polverizza Draghi (e quindi le "politiche" di PD, exPDL e stampa collegata). La prolusione è stata tenuta a Roma il 16 dicembre 2013, alla Camera dei Deputati, presso il Palazzo dei Gruppi.

Saturday 4 January 2014